In inverno, quando la vite è in fase di riposo, bisogna potare.
La potatura è un’operazione semplice, che serve a mantenere giovane la pianta e che va fatta prima che le gemme siano gonfie, e quindi molto delicate. Romperle significherebbe non vederle germogliare.
In pratica, consiste nel tagliare la vegetazione in eccesso (nel punto più basso possibile) lasciando sulla pianta solo due elementi essenziali. Il capo a frutto, il tralcio le cui gemme produrranno i grappoli, e lo sperone, un tralcio più corto ridotto a due gemme, essenziale per selezionare il capo a frutto dell’annata successiva.
Questa attività mi trasmette sempre una tranquillità estrema.
Io, solo, insieme alla natura, lontano dai rumori, con in sottofondo il canto degli uccellini. Trovo che sia davvero un modo per poter riflettere su parecchie cose.
Mi piace definirlo un “momento filosofico” in cui sento che tra me e la pianta c’è sintonia, un rapporto intimo e viscerale, quasi sacro, che mi dà grande soddisfazione.
Effettivamente, sebbene siano tanti i lavori in vigna durante il resto dell’anno, questo è quello che preferisco.
