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Più duemila persone nei saloni del bellissimo building sulla 18esima strada, per non mancarequello che è considerato unanimente uno degli eventi enologici più importanti di New York, certamente il numero uno per il vino italiano.
Vale la pena ripercorrerlo passo passo.
Apertura delle porte alle 14: già alle 18, con due ore di anticipo sulla chiusura, molti produttori avevano lasciato la loro postazione senza più un goccio di vino, in un clima quasi di eccitazione. Insomma, un intero pomeriggio dedicato al trade, tra importatori in cerca di nuove aziende, ristoratori ed enotecari in cerca di novità o conferme, stampa specializzata pronta a captare tendenze, stili, gusti. E tra gli altri un abituè, Bruce Sanderson, Wine Spectator Senior Editor, da poco responsabile anche dell’Italia.
Sintesi della giornata: New York si conferma tappa di sicuro successo del tour. Successo ancor più grande quest’anno perché qui il clima economico sembra più sereno come testimoniano le presenze nei ristoranti. Un “fully booked” generale, in tutti i ristoranti di Manhattan, che vede la cucina italiana in testa alle preferenze, ottimo volano per il nostro vino sempre al primo posto. Una volta tanto davanti ai francesi.
Eleonora Guerini
21/02/2011